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L'emergenza dei salari è doppia. Mattarella bacchetta le imprese per gli stipendi troppo bassi rispetto all'estero e i dati dimostrano il netto divario tra nord e sud

L'emergenza dei salari è doppia. Mattarella bacchetta le imprese per gli stipendi troppo bassi rispetto all'estero e i dati dimostrano il netto divario tra nord e sud

Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E lo dicono anche gli ultimi dati. Il vero problema in Italia è quello relativo agli stipendi. Spesso “la povertà delle offerte retributive disponibili”, per dirla come il capo dello Stato, è la causa della fuga dei giovani verso l’estero.

Altre volte a pesare è anche il divario tra il Sud e il Nord Italia, come mostrano i dati dell’Osservatorio Jobpricing. In entrambi i casi, però, è evidente che la vera emergenza è quella degli stipendi, spesso non adeguati, per i lavoratori italiani. 

L’APPELLO DI MATTARELLA SUGLI STIPENDI

Mattarella, intervenendo all’assemblea di Confindustria, sembra voler inviare un messaggio proprio agli industriali in tema di salari. “La democrazia si incarna nei mille luoghi di lavoro e studio. Nel lavoro e nella riflessione dei corpi sociali intermedi della Repubblica. Nel riconoscimento dei diritti sociali”, afferma il presidente della Repubblica. 

Che “prosegue: “Prima di ogni altro fattore, a muovere il progresso è, infatti, il ‘capitale sociale’ di cui un Paese dispone. Un capitale che non possiamo impoverire. È una responsabilità che interpella anche il mondo delle imprese: troppi giovani cercano lavoro all’estero, per la povertà delle offerte retributive disponibili”. Detto in parole povere: spesso il problema sono gli stipendi troppo bassi offerti dalle imprese.

SALARI, IL DIVARIO TRA NORD E SUD

L’Osservatorio Jobpricing evidenzia le differenze di retribuzioni in Italia. Il report annuale Geography index fa emergere le diversità territoriali a livello regionale e provinciale. Viene sottolineato che solo 9 regioni su 20 e 26 province su 107 fanno registrare una retribuzione globale annua (rga) superiore alla media nazionale di 30.830 euro.

La Lombardia è in testa, seguita da Lazio e Liguria. A livello provinciale, invece, Milano ha la retribuzione media più alta (36.952 euro), con Trieste e Bolzano sul podio. Guadagnano posizioni in classifica Rimini e Fermo, restando però sotto la retribuzione media nazionale. 

Ci sono poi province come Parma, Belluno, Trento  che hanno retribuzioni più alte rispetto a quelle dei capoluoghi delle loro regioni. Netta la differenza tra Nord e Sud: la retribuzione media è superiore ai 30mila euro in Lombardia, Lazio, Liguria, Trentino-Alto Adige, Piemonte, Emilia-Romagna, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Veneto. 

GLI STIPENDI PIÙ BASSI NEL MEZZOGIORNO

Le regioni con le retribuzioni più basse sono: Campania, Sardegna, Sicilia, Molise, Puglia, Calabria e in fondo la Basilicata. Per tutte queste regioni siamo al di sotto dei 28mila euro medi, con la Basilicata che si ferma a quota 26.055.

Per quanto riguarda le province, tutte le prime posizioni – fino alla 43esima – sono occupate da città del Centro-Nord. Solo a quel punto troviamo Cagliari, ma per le altre città del Mezzogiorno la situazione è molto peggiore e in fondo alla graduatoria troviamo Ragusa (24.159), Crotone (24.455) e Matera (25.694).

Restano, come sottolinea Alessandro Fiorelli, ceo di Jobpricing, “grandi differenze tra Nord e Sud, ma anche a livello regionale e provinciale”. E spesso “per una stessa posizione esistono differenze significative anche in territori contigui”. E resta il problema che i livelli salariali “sono al palo da molti anni e risultano tra i più bassi in Europa”. 

16/09/2023

da La Notizia

di Stefano Rizzuti