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L’Ocse gela l’Italia: crescita ferma al palo e necessità di riforme strutturali

L’Ocse gela l’Italia: crescita ferma al palo e necessità di riforme strutturali

L'Ocse certifica che la crescita italiana nel 2023-2024 sarà al di sotto delle attese e per salvare l'economia servono "riforme strutturali".

Rallenta l’economia mondiale, ma soprattutto rallenta più del previsto quella italiana. La doccia gelata arriva dagli ultimi dati Ocse sulle Prospettive economiche. Il Pil mondiale crescerà del 3% nel 2023 (contro il 3,3% del 2022), con stime in aumento rispetto a quelle di giugno (+0,3%).

Nell’eurozona il Pil dovrebbe rallentare nettamente rispetto all’anno precedente: dal 3,4% allo 0,6%, in calo dello 0,3% rispetto alle stime di giugno. Nel 2024, invece, si dovrebbe attestate all’1,1% (-0,4% rispetto alle precedenti stime). Per l’Italia il Pil crescerà solamente dello 0,8% nel 2023 ma anche nel 2024: al di sotto dello 0,4% rispetto alle precedenti stime per l’anno in corso e dello 0,2% per il prossimo anno. 

L’OCSE GELA L’ITALIA

Che la crescita italiana sia al di sotto di quanto previsto soli pochi mesi fa è ormai una certezza da qualche settimana. L’Ocse ha ridotto nettamente le sue stime, con un Pil che crescerà soltanto dello 0,8% per questo e per il prossimo anno. 

Secondo quanto spiega la capo economista dell’Ocse, Clare Lombardelli, “la sfida per l’Italia è una sfida di crescita, sulla bassa crescita. Quello che consiglieremmo al governo italiano sono riforme strutturali, per intervenire sulle fonti di bassa crescita. E quindi di rafforzare la concorrenza e l’innovazione: ci sono tante riforme strutturali che consiglieremmo di portare avanti”. 

In sostanza anche questi dati per l’Italia rappresentano una doccia gelata, con una crescita ben al di sotto delle previsioni e che non permette di avere fondi a disposizione per la prossima manovra.

IL PIL GLOBALE: LE STIME SU CRESCITA E INFLAZIONE 

Per la Germania arriverà la recessione, con un Pil in calo dello 0,2%, peggio di quanto previsto in primavera. Nel 2024, invece, la sua crescita si fermerà allo 0,9%. Al contrario vengono riviste al rialzo le previsioni per la Francia, con una crescita dell’1% per il 2023. Meglio del previsto anche gli Stati Uniti, che passano dall’1,6% al 2,2% per l’anno in corso.

Uno dei rischi principali a livello globale resta quello legato all’inflazione, che potrebbe rivelarsi più forte del previsto a causa delle turbolenze sui mercati dell’energia e dei prodotti alimentari. Contro l’inflazione, l’Ocse raccomanda di proseguire con l’orientamento restrittivo delle politiche monetarie, come sta facendo per esempio la Bce in Europa. 

Nella zone del G20 l’inflazione si ridurrà al 6% nel 2023, secondo le stime, e poi al 4,8% nel 2024. Nell’eurozona, l’inflazione dovrebbe essere al 5,5% nel 2023 e al 3% nel 2024. La riduzione dovrebbe riguardare anche l’Italia: la stima è del 6,1% per l’anno in corso e del 2,5% per il prossimo anno. 

20/09/2023

da La Notizia

di Stefano Rizzuti