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Rifondazione Comunista si impegna da anni, in Toscana, per aggregare le forze alternative alle destre, al PD e al Movimento 5 Stelle. Sappiamo bene che il momento elettorale non esaurisce il compito del nostro partito, e anzi che troppe volte è fonte di alienazione e scontro.
Siamo convinti che solo acquistando forza e praticando la politica tra un'elezione e l'altra saremo in grado di acquisire quella credibilità tale da contribuire a costruire una società diversa.
Nell'ultimo decennio assistiamo ad una tendenza preoccupante: le donne e gli uomini che più hanno subito e subiscono la crisi non votano o si affidano alle destre e/o al M5S.
Questa tendenza non può non mettere in discussione la modalità con cui stiamo nella società e in particolare dentro quella marginalità e diseguaglianza sociale che dieci anni di crisi economica ha solo peggiorato.
Pensiamo perciò che slegare la questione della rappresentanza elettorale e quella della pratica politica sul territorio rischi di collocarci su un piano perennemente distaccato dalla materialità della vita di tutte e tutti. Una materialità fatta di una quotidiana perdita di diritti: alla salute, alla casa, al reddito, al lavoro, all'istruzione, alla pensione. Per questi motivi discutere di una proposta politica elettorale significa prima di tutto affrontare i temi di natura programmatica, le prospettive di oggi e di domani, avere una visione comune di lungo periodo. In una visione complessiva dei “compiti” di un partito, che non è quindi né un associazione né un comitato elettorale.
Non possiamo permetterci -ancora- spazi elettorali che franano dopo il voto, con una piattaforma programmatica fragile e contraddittoria e nessuna certezza di continuare un lavoro comune su un programma comune.
Le assemblee “del Brancaccio” avevano ripreso solo parzialmente questi temi, ma hanno comunque avuto il merito di riaggregare in diverse piazze d'Italia pezzi importanti della sinistra politica e sociale su un discorso che sembrava chiarire definitivamente la posizione da assumere tanto nei confronti della socialdemocrazia quanto del liberismo più esplicito. Una posizione diversa, alternativa, non conciliabile con chi ha creduto di “ammansire la bestia neoliberale”. Una posizione che in Italia prendeva finalmente le distanze da ogni ipotesi di centrosinistra e che in Europa guardava a esperienze come Syriza, Unidos Podemos, France Insoumise e su cui si è avvicinato il Labour di Corbyn.
La decisione verticistica del ceto politico di Sinistra Italiana, Possibile e MDP, di convocare unilateralmente un'altra assemblea nazionale con la finalità di costruire un nuovo soggetto politico con nome, programma (assai diverso da quello che le assemblee del “Brancaccio” avanzavano) e leader già decisi, ha consapevolmente allontanato ogni possibilità unitaria . Una incompatibilità quindi di merito e di metodo con il percorso condiviso, la cui deriva i due garanti -irresponsabilmente- non hanno contrastato
limitandosi invece ad annullare l'assemblea nazionale prevista da settimane.
Tanto più che la Toscana, governata da Enrico Rossi (MDP) e sostenuta in blocco dal Partito Democratico, non ha bisogno di un progetto politico ambiguo. Abbiamo bisogno di scrivere un’altra storia, difficile e coraggiosa, servono altre parole, un altro immaginario, una visione radicalmente diversa da quella che il centrosinistra vecchio e nuovo ci propongono.
IL COMITATO POLITICO REGIONALE TOSCANO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA SI IMPEGNA A:
1. accogliere la proposta dell'assemblea convocata da “Je so' pazzo” sabato 18 novembre
2. promuovere in tutte le istanze dove il PRC opera, la propria iniziativa autonoma al fine di riattivare immediatamente le assemblee territoriali (ed eventualmente in prospettiva un'assemblea regionale), recuperando e facendo fare un ulteriore passo avanti ai contenuti e metodi emersi nelle discussioni assembleari e proposti anche dal nostro partito nel percorso del Brancaccio
3. ritessere i contatti con tutti coloro, anche realtà sociali e di movimento (antiliberiste, anticapitaliste, antimperlialiste), interessate alla ricostruzione di una reale sinistra di alternativa politica e sociale.
Si impegna inoltre a farlo con una necessaria celerità che permetta di non disperdere speranze suscitate nei mesi scorsi, e contrasti il tentativo – oggi in corso – di espellere questa opzione dal dibattito politico e sociale.