Elezioni in Germania, nella roccaforte della sinistra, socialdemocratici al 31%. l’Afd ‘troppo bruna’, cresce ma si ferma al 29%. Male la Cdu fu Angela Merkel. Cancelliere Scorlz salvo, ma la crisi della coalizione ‘semaforo’ è segnata dai Verdi che non passano il quorum e non arrivano in Parlamento. importante affermazione di BSW, partito emergente di Sahra Wagenknecht
BSW, partito emergente di Sahra Wagenknecht
La Spd vince in Brandeburgo
la Spd ha vinto le elezioni in Brandeburgo. Nonostante l’impopolare cancelliere Olaf Scholz, che il governatore uscente del Land, Dietmar Woidke, aveva tenuto lontano dai suoi comizi. Forse inelegante ma efficace, al poco generoso Woidke, è riuscito un clamoroso sorpasso sull’AfD, che era da mesi avanti in tutti i sondaggi. I socialdemocratici vincono anche migliorando il loro risultato di cinque anni fa: sfiorano il 31% contro il 26% del 2019. Anche l’ultradestra Afd migliora di ben sei punti ma si ferma al 29%. Ed è un sollievo non solo tedesco.
Democrazia salva, vecchia politica stanca
La Cdu, incassa uno dei peggiori risultati della storia a un’elezione regionale. I cristianodemocratici si fermano al 12%, un punto e mezzo dietro a BSW, il partito emergente di Sahra Wagenknecht, la sinistra populista che sta sconvolgendo la geografia politica tedesca e che promette guai a mezza Europa. Per i conservatori ‘tradizionali’, la destra modello italiano, è il peggior risultato dalla caduta del muro di Berlino. L’altra amara sorpresa di queste elezioni è il risultato dei verdi: non hanno raggiunto la soglia di sbarramento del 5%, finiscono fuori dal parlamentino regionale.
Una vittoria ‘nonostante Scholz’?
Diversi i fattori che hanno contribuito a mobilitare gli elettori progressisti e non tutti chiari su cui concordare. Prima La minaccia che il popolarissimo governatore Woidke lasciasse se la Spd fosse arrivata seconda, e il suo aver tenuto lontano da tutti i suoi comizi il Cancelliere in disgrazia. Forse opportuno, forse esagerato, col governo regionale del Brandeburgo spesso contro la linea ufficiale del ‘governo semaforo’ e contro quella iper ecologista europea riconfermata dalla sua concittadina Von der Leyen.
Difesa dei territori e nodo alleanze
Woidke si è battuto fino all’ultimo per ottenere sussidi per le miniere di lignite in Lusazia – la regione da cui proviene – e si è opposto alla loro chiusura anticipata. Ha favoito l’arrivo della Gigafactory Tesla a Gruenheide. E ora sta lottando per tenere aperti i 66 ospedali del land, nonostante le minacce di tagli del suo collega di partito da Berlino, il ministro della Sanità Karl Lauterbach, segnala Tonia Mastrobuoni su Repubblica. Woidke ha vinto la scommessa, anche grazie a una partecipazione straordinaria al voto: l’affluenza è stata del 74%, ben 13 punti sopra al 2019.
Ancora CDU, ma futuro ‘creativo’
Per formare un governo, parlerà anzitutto con la Cdu, suo attuale alleato. Ma vista la disfatta dei Verdi che non entrano in parlamento, Woidke ha già detto di non essere contrario a un’alleanza a tre con il candidato Robert Crumbach, del partito di Sahra Wagenknecht, il partito populista di sinistra in inarrestabile crescita e che preme , alla spalle della vecchia politica. Un uomo che, prima di bussare a gennaio alla porta della leader ‘rossobruna’ (definizione ingenerosa), era stato per 40 anni nella Spd.
Scissione a sinistra
Una scissione a sinistra che ha rotto tutti i collegamenti col tradizionale universo social-comunista. E una serie di principi condivisi anche dalla sua ala più moderata. L’Alleanza Sahra Wagenknecht, ‘Bsw’ (ex capogruppo di Linke in Parlamento), non ha più nulla a che fare con i sindacati, la fondazione Rosa Luxemburg, e tutte le altre realtà storicamente legate alla sinistra tedesca.
Immigrazione e Ucraina
«Chi non ha le carte in regola per rimanere se ne deve andare dalla Germania. Urge un limite all’ingresso degli immigrati. I nostri confini vanno controllati» dichiara l’ex capogruppo di Linke all’indomani dell’attentato Isis al festival di Solingen. Soluzione alla guerra in Ucraina: «rimettersi al tavolo con Putin «che è certamente da condannare» ma resta pur sempre l’interlocutore-chiave per terminare il conflitto».
Troppa Nato fa male all’Europa
«Basta essere servi della Nato e no agli euromissili del governo Scholz» è la sua frase che colpisce tra tedeschi dell’Est che fino al 1990 nel Patto di Varsavia e hanno sempre vissuto l’Alleanza atlantica come il pericolo mortale. Di fatto Sahra «ha riempito un vuoto con una politica sociale di sinistra e una politica della sicurezza di destra», sottolinea il Manifesto.
Populismi contrapposti, ma non troppo
Distinguere l’alternativa tra Bsw e ‘ala moderata di Afd non prettamente filo-nazi non è semplice. Bsw sta coi palestinesi mentre Afd nonostante l’antisemitismo nel suo Dna vede Bibi Nethanyhau come il difensore delle radici-ebraico-cristiane contro la barbarie islamica: stesso ruolo attribuito a Putin e Trump.
23/09/2024
da Remocontro
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