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13/03/2019
COMUNICATO STAMPA
Rifondazione comunista aderisce convintamente alla giornata mondiale del FFF (Friday For Future), il movimento mondiale per il clima lanciato dalla giovane attivista svedese Greta Thunberg che ha posto ai “grandi”, presenti alla Conferenza sul cambiamento climatico che si è svolta a Katowice in Polonia a dicembre 2018, la questione di fondo: la sopravvivenza del pianeta.
Lo “sciopero internazionale per il clima” di venerdì 15 marzo vuole richiamare l’attenzione di tutti, ma soprattutto di chi ha le leve del potere, a riflettere sull’unica possibilità di salvezza dell’insieme degli organismi viventi. Se le soluzioni all’interno del sistema sono così impossibili, forse dovremo cambiare il sistema stesso. L’appello di Greta non ha trovato risposte dai governanti, per ora e forse anche in seguito, ma ha coagulato tutti i movimenti che da tempo lottano su singoli temi ambientali, richiamandosi tutti agli scienziati che da anni ripetono che ci stiamo avvicinando pericolosamente al punto di non ritorno. Ogni lotta locale di resistenza alle opere distruttrici di elementi naturali che inquinano terra, acqua, aria e cibo, che mettono a forte rischio la salute degli abitanti, rimanda ad una critica al modello produttivo del capitalismo, che incartato su sé stesso, continua in questo sfruttamento inconcepibile di elementi naturali, verso la distruzione della terra e del genere umano. C’è incompatibilità tra capitalismo e vita.
Per questo è indispensabile e improcrastinabile la costruzione di un’opposizione politica considerando che i governi degli ultimi decenni, unanimi nel favorire le grandi multinazionali, le lobby del cemento e dei rifiuti, sono tra i responsabili cui andare a chiedere conto dei danni fatti e delle promesse tradite.
Il cambiamento avverrà quando le “grandi” opere saranno quelle della manutenzione di fiumi e torrenti, di boschi e aree verdi, dello sviluppo incentivato di energie rinnovabili diffuse e di incentivi per il miglioramento termico degli edifici, dello sviluppo delle linee ferroviarie dei pendolari e delle strade, e di altre questioni che conosciamo. Queste “grandi” opere dovranno essere gestite in maniera democratica dalle comunità locali, ricche di conoscenza e con la visione di un mondo più giusto.
Un’altra tappa di questo cammino sarà la manifestazione nazionale del 23 marzo a Roma dove saranno presenti movimenti di opposizione alle grandi opere inutili, agli inceneritori e allo sfruttamento selvaggio del sottosuolo (idrocarburi, gas e geotermia), per la costruzione di strumenti di lotta comuni, da parte di movimenti, delle forze politiche da sempre schierate su questi temi, da piccole comunità di resistenza e di buone pratiche. Fanno parte di questa lotta le questioni della produzione di cibo, sempre più lontana dal consumo e con il cibo troppo spesso contaminato da sostanze chimiche varie, della salute gratuita e funzionante per tutti, la scuola che deve educare i giovani ai principi della Costituzione, al lavoro che dovrà essere sinonimo di dignità e non di subalternità compressa fino al disumano.
Per tutti questi motivi facciamo appello alle persone sensibili e convinte di questo cammino, a partecipare e a far sentire la propria voce insieme ad un coro sempre più vasto.
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