Centinaia di risoluzioni Onu e di altre istanze giuridiche internazionali nei confronti di Israele sulla questione palestinese trattate come carta straccia. Tragica attualità. Le molte Corti di giustizia internazionali esistenti, cercando di capire a cosa servono/servirebbero. Corti internazionali o europee, possono occuparsi degli Stati o delle persone, possono suggerire o obbligare, ma non hanno la forza per imporre sentenze e quindi di affidano alle scelte volontarie dei singoli Stati Sovrani. E i più potenti impongono, oppure vietano. Condanne anche penali con carcere in casi molto rari, più eclatanti quelli contro la ex Jugoslavia di Milosevic, morto in carcere.
A neppure 24 ore dalla doccia gelata dell’Istat, che ha certificato una crescita da zero virgola del nostro Paese per l’anno in corso, altri due macigni hanno travolto ieri, insieme alle piogge di fine estate, la narrazione da libro dei sogni del governo Meloni.
Prima i dati della Fondazione Gimbe che descrivono il Servizio sanitario nazionale come un paziente da terapia intensiva: nel 2023, l’Italia ha investito nel pubblico il 6,2% del Pil contro una media Ocse del 6,9% (quella Ue è del 6,8%).
Nel tritacarne ucraino vince chi è più cinico e calcolatore. L’offensiva nella regione russa di Kursk, ordinata da Zelensky (e pensata come ‘diversivo’ dagli americani) è stata un successo tattico, ma potrebbe rivelarsi un boomerang dal punto di vista strategico. Troppi uomini e risorse sono stati gettati in un nuovo fronte simbolico ma militarmente di scarso valore.
Armi a Israele, Londra sospende 30 licenze di vendita: “Rischi di violazione del diritto umanitario”. Netanyahu: “Una vergogna”
Il Regno Unito ha sospeso con effetto immediato 30 licenze di export di componenti d’arma da parte delle aziende britanniche verso Israele, su circa 350 attive, perché preoccupata dei rischi che queste armi possano essere utilizzare in “gravi violazioni del diritto umanitario internazionale” nel conflitto a Gaza.