Lo scioglimento della Wagner come l’abbiamo conosciuta può incidere su alcune posizioni militari russe sul fronte ucraino e all’estero ma non sulle strutture del potere russo
Sicuramente la primavera appena passata è stata una stagione anomala, sia per le temperature basse,
ma soprattutto per l’intensa piovosità che ha messo in ginocchio l’Italia. Potremmo definirla
un’eccezione, ma purtroppo è innegabile che ci troviamo di fronte ad una mutazione climatica frutto
del riscaldamento globale derivato dall’inquinamento fuori controllo.
L’intensa piovosità, oltre a recare danno all’agricoltura ha provocato l’intensificarsi di un problema
Dalle origini delle fortune del personaggio Evgenij Prigožin e sulla base di verità incerte e sempre sospettabili attorno all’ormai famigerato ‘Gruppo Wagner’. Fuori dagli schemi e da qualsiasi incarico istituzionale, lo ‘chef di Putin’ – uomo di fiducia del presidente russo – si presta alle missioni più delicate in campo militare e diplomatico. Questo profilo di Evgenij Prigožin è del 2019, da Limes. Dopo Crimea, Siria e Venezuela, occhi puntati sul Continente Nero, prima dell’azzardo Ucraina deciso dal vertice del Cremlino.
Alla Camera per la Giornata mondiale contro le droghe la presidente del Consiglio si infiamma, diventa paonazza, impugna il microfono come una spada. E attacca il deputato Magi, reo di aver esposto un cartello anti proibizionista che recita "se non ci pensa lo stato ci pensa la mafia"
Ieri, il leader del Cremlino, in un discorso alla nazione, ha attaccato l’Occidente, che ha cercato di sfruttare gli eventi, mentre il Ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha preso di mira Francia e Stati Uniti. Non ancora accuse di complicità diretta, ma certo di aver cercato di trarne vantaggio. A qualsiasi costo e rischio per tutti.
Paranoie russe? Noi ci affidiamo alla stampa Usa per cercare di scoprire qualche verità tra troppo fumo e puzza di bruciato.
Chi sapeva che al Cremlino rischiava d’insediarsi un ex galeotto, a capo di un sanguinario esercito di tagliagole, a mettere le mani sulla valigetta dei codici nucleari
Gli autobus di Stato sono “fuori controllo”: Iia senza guida dopo l’addio dei vertici e coi conti in rosso. I sindacati: “Il governo è immobile”
Industria Italiana Autobus è “fuori controllo”, senza guida dopo le dimissioni dell’ad Antonio Liguori e di tutto il cda dopo aver approvato un bilancio in perdita per 47,7 milioni di euro.
Da quando Nordio è tornato a parlare di riforma, guarda caso hanno ripreso a farsi sentire anche le procure. Le inchieste su Urso (interporto Italia-Ucraina) e Santanchè (società sull’orlo del crac) sono solo giornalistiche, per ora. Mentre la vicenda Minenna-Pini può arrivare fino a Giorgetti. E occhio pure al Pnrr. La premier è avvisata.
Un piccolo episodio di cronaca politica con Matteo Salvini protagonista rivela l'antropologia di questo governo che per sentirsi vivo deve fingersi sempre assediato da qualcuno. Viene quasi il dubbio che se non avessero "nemici" sarebbero lì, spersi in mezzo al deserto