Si torna a parlare di Uranio Impoverito, dopo decennali silenzi attorno alla morte di centinaia di militari italiani uccisi da leucemie causate –diagnosi mediche reiterate- dalla esposizione agli effetti dell’uso di quei proiettili. Remocontro se n’è occupato a lungo, dai primi sospetti di inquinamento ambientale, con una attenzione e una presenza costante nelle aree contaminate per più di dieci anni.
I primi proiettili all’Uranio Impoverito esplosi in Europa sono stato usati dagli Stati Uniti nella breve campagna aerea in Bosnia, attorno a Sarajevo, fine 1995. 6.780 i proiettili all’uranio impoverito utilizzati nei territori di Han Pijesak e Hadžići, aree serbo bosniache attorno a Sarajevo.
Ma le zone di guerra più colpite dai bombardamenti con uranio impoverito sono state Serbia e Kosovo, primavera 1999, nei tre mesi di bombardamenti Nato. Risultano sparati più di 31mila colpi di munizioni (13 tonnellate di materiale radioattivo), solo nella guerra in Kosovo. I siti bombardati con ordigni all’uranio impoverito furono 112, di cui 85 in Kosovo, 10 in Serbia, 1 in Montenegro.
Più di 50 bambini e bambine, ragazzi e ragazze migranti arrivati in Europa senza adulti di riferimento, ogni giorno scompaiono in tutta Europa dai centri di accoglienza per minori stranieri soli: in totale almeno 51.439 in tre anni. Report di ‘Lost in Europe’: Italia prima con 22 mila casi 2021-2023