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"Italia fascista". Governo italiano contestato a Tunisi ma per i media del "caso Scurati" non è una notizia

Presente a Tunisi per la Fiera internazionale del libro, il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano è stato duramente contestato, insieme all’Ambasciatore italiano Alessandro Prunas, da un gruppo di attivisti filo palestinesi che ha messo a nudo la complicità del governo italiano nello sterminio in atto a Gaza.

Libano, rifugio di profughi siriani e palestinesi e bersaglio di Israele

Ieri, assieme alla notizia della probabile incriminazione dei vertici israeliani per crimini di guerra da parte della Corte penale internazionale, un dettaglio dal Libano. «Beitut accetta la giurisdizione della Corte internazionale (Icc) per crimini commessi sul suo territorio dopo il 7 ottobre 2023. Premessa certa a una richiesta di giustizia per le oltre 70 vittime civili -inclusi bambini, soccorritori e giornalisti- provocate dai bombardamenti israeliani». E non è notizia di poco conto. 

Dietro la propaganda niente: benvenuti nella Giorgiacrazia

La retorica dell'underdog e il cognome sbianchettato insieme ai flop del governo. A Pescara va in scena la Giorgiacrazia: un monologo di mezze verità e numeri a caso, ecco cosa non torna sui successi vantati dalla premier.

Scrivete Giorgia e avrete la guerra in casa. Perché la sinistra esita sul tema della pace?

All'ex ministro greco Varoufakis, in Europa, è stato sottratto il diritto di parola. In Francia la presidente di un importante partito di opposizione di sinistra, Mathilde Panot, viene convocata dalla polizia a seguito della sua espressa posizione filopalestinese: un avvenimento inedito e particolarmente grave, di fronte al quale non si potrà essere inerti. Perché questa precipitazione? Perché la guerra è l'alibi; anzi, è l'occasione per il potere di educare all'ordine sociale, all'obbedienza gerarchica

Due milioni di lavoratori italiani sono costretti al part-time

In Italia quasi un lavoratore su cinque ha un contratto part-time ma nel 57,9% dei casi si tratta di una scelta obbligata.

GAZA. In corso negoziati decisivi per lo stop ad attacco a Rafah

Hamas dovrebbe far conoscere oggi la sua risposta alla proposta egiziana per un accordo tra il movimento islamico palestinese e Israele che fermi la minacciata distruttiva invasione della città di Rafah da parte dall’esercito dello Stato ebraico e porti a un prolungato cessate il fuoco, in cambio della liberazione degli ostaggi israeliani a Gaza.

Gli affari sono affari anche in guerra e i costosissimi Abrams da nascondere

‘Ragioni più commerciali che operative dietro il ritiro dei carri americani Abrams dal fronte ucraino’, denuncia Analisi Difesa. Ritirati dal fronte quello che resta dei 31 super carri armati forniti dagli Stati Uniti lo scorso autunno, dei quali 5 o 6 sono stati distrutti e 3 danneggiati da missili anticarro e soprattutto da droni-kamikaze russi sul fronte a ovest di Avdiivka, attualmente l’area più calda nel Donbass.

Netanyahu e il probabile «mandato di arresto per crimini di guerrra»

Rivelazioni dei media: ‘Possibile mandato di arresto della Corte penale internazionale in settimana. Oltre al premier, anche anche per il ministro della Difesa Gallant e per il Herzl Halevi, capo di stato maggiore generale delle forze armate israeliane’.

Gaza oltre i 35mila morti, epidemie, fame e milioni di tonnellate di macerie

Ieri almeno 32 morti, molti bambini, nei raid israeliani che hanno colpito Rafah e i campi profughi di Nuseirat e Bureij – e il negoziato per la liberazione degli ostaggi che langue. Nella Striscia niente acqua pulita né cibo, popolazione debilitata e temperature in aumento: il nuovo allarme delle autorità sanitarie. E l’iperbole distruttiva di 37 milioni di tonnellate di macerie, con all’interno numerose bombe inesplose, che potrebbero richiedere più di un decennio per essere rimossi

“Nessuno vuole la guerra”. Sicuri?

L’Ucraina è diventato il secondo più importante cliente dell’industria bellica italiana. La “solidarietà al popolo ucraino” è solo un ormone per gonfiare i bilanci delle industrie delle armi. È scritto nero su bianco. Con buona pace della litania ripetuta sui giornali, in radio e in tivù del “nessuno vuole la guerra”

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