Quasi ‘a orologeria’, nella crisi iraniana è ricomparsa la Russia, che accelera in Ucraina, mentre Trump proponeva il suo tradizionale voltafaccia e frenava su Teheran. E allora, sospetti e dubbi sull’ennesimo imbroglio mediorientale si rafforzano.
C'era una voglia. Un fiume di gente a Roma, da Porta San Paolo al Colosseo: «Sappiamo che le bombe seminano morte al fronte e impoveriscono tutti»
Il giorno più lungo dell’anno è quello del ritorno dei pacifisti. Diverse culture, tanti linguaggi, provenienze differenti si intrecciano, da ogni parte d’Italia e dalle storie disparate.
«Il fatto che l’Iran produca la bomba atomica è certamente una minaccia per Israele e per la stabilità di tutto il Medio Oriente. Che sia una possibilità concreta o soltanto un’ipotesi da anni oggetto di ispezioni e trattative non cambia molto nella percezione del pericolo», la premessa di Massimo Nava sul Corriere. Tuttavia, l’attacco preventivo da parte di Israele, l’eliminazione di capi militari e alti funzionari del regime, la minaccia di fare fuori la guida suprema Khamenei, la possibilità reale di un intervento americano costituiscono un’altra e forse irreversibile picconata al diritto internazionale.
Mentre il mondo guarda alla guerra tra Israele e Iran, nella Striscia 140 vittime in 24 ore. Almeno 21 vittime, donne e bambini, erano in attesa di aiuti. Il ministro Katz denuncia il missile iraniano che ha danneggiato un ospedale israeliano come crimine di guerra, e il premier Netanyahu piange per il mancato matrimonio del figlio a causa di guerra ed esalta l’ ’eroismo’ -testuale-, della moglie.

