I sei ballottaggi toscani vedono la conferma delle amministrazioni di centrodestra nelle tre città capoluogo di Pisa, Siena e Massa, oltre che a Pietrasanta. Cambiano di segno invece Campi Bisenzio, dove prevale una coalizione che vede assieme tutte le forze della sinistra e il M5s, e Pescia nel pistoiese, unico successo di Pd e alleati in questa tornata elettorale.
In un Paese che conta già oltre 3 milioni di lavoratori e lavoratrici poveri e 2 milioni di disoccupati, l’aumento generalizzato dei prezzi ha ridotto del 12% il potere d’acquisto, peggiorando drasticamente le condizioni di vita delle classi popolari e facendo precipitare migliaia di famiglie in condizioni di povertà. Di fronte a costi della vita insostenibili ai più, a partire da affitti, mutui, bollette e beni di prima necessità servono investimenti per aumentare i salari, tutelare i redditi e ampliare il welfare anziché ridurlo.
L’unica pacificazione che La Russa e i suoi hanno in testa è la legittimazione dell’essere stati fascisti, del dirsi fascisti, del chiedere voti ai fascisti. Intanto tra “carico residuale” e “sostituzione etnica”, ogni giorno si “normalizza” un pezzo nero in più. E anche questo 25 aprile ce lo siamo intossicato.
Il presidente Cartabellotta: "Servono programmazione e nuovi modelli organizzativi che puntino sul lavoro di team, ma anche accordi sindacali in linea con i reali bisogni della popolazione, per far fronte alla carenza di medici e ai pensionamenti"
I salari medi reali delle lavoratrici e dei lavoratori in Italia sono diminuiti del 3% negli ultimi 30 anni, del 12% dal 2008; l’abbiamo detto e scritto più volte, ma non per questo i dati perdono la loro drammatica attualità specie se confrontati con altri paesi europei dove nello stesso arco di tempo i salari sono aumentati del 30, 40, 50%.