Domenica scorsa (25 agosto) ho partecipato in Venezuela come osservatore internazionale alla seconda tornata elettorale della consultazione popolare che ha visto la partecipazione di circa quattro milioni di persone in tutto il Paese, un numero sensibilmente superiore a quello che si era registrato lo scorso aprile (le consultazioni avvengono ogni tre mesi e quindi la prossima è in programma a fine novembre).
Centinaia di risoluzioni Onu e di altre istanze giuridiche internazionali nei confronti di Israele sulla questione palestinese trattate come carta straccia. Tragica attualità. Le molte Corti di giustizia internazionali esistenti, cercando di capire a cosa servono/servirebbero. Corti internazionali o europee, possono occuparsi degli Stati o delle persone, possono suggerire o obbligare, ma non hanno la forza per imporre sentenze e quindi di affidano alle scelte volontarie dei singoli Stati Sovrani. E i più potenti impongono, oppure vietano. Condanne anche penali con carcere in casi molto rari, più eclatanti quelli contro la ex Jugoslavia di Milosevic, morto in carcere.
A neppure 24 ore dalla doccia gelata dell’Istat, che ha certificato una crescita da zero virgola del nostro Paese per l’anno in corso, altri due macigni hanno travolto ieri, insieme alle piogge di fine estate, la narrazione da libro dei sogni del governo Meloni.
Prima i dati della Fondazione Gimbe che descrivono il Servizio sanitario nazionale come un paziente da terapia intensiva: nel 2023, l’Italia ha investito nel pubblico il 6,2% del Pil contro una media Ocse del 6,9% (quella Ue è del 6,8%).