Il Regno Unito ha sospeso con effetto immediato 30 licenze di export di componenti d’arma da parte delle aziende britanniche verso Israele, su circa 350 attive, perché preoccupata dei rischi che queste armi possano essere utilizzare in “gravi violazioni del diritto umanitario internazionale” nel conflitto a Gaza.
I controlli in Italia sono ben al di sotto del periodo prepandemico. Ed è consistente il numero dei contribuenti che non versano quote rilevanti delle imposte dovute e dichiarate. Lo certifica la Corte dei Conti.
Il giornalista economico Roberto Seghetti sulla newsletter quotidiana Appunti di Stefano Feltri mette in fila alcune norme entrate in vigore dal primo giorno di settembre.
«Sopravvivenza, stallo, collasso. In un algoritmo su oltre due anni di guerra in Ucraina, risulterebbero queste le parole più usate dagli analisti» leggiamo sul Corriere della Sera. E Massimo Nava sostiene che non è difficile capirne perché.
«Non vedremo mai una sconfitta totale dell’Ucraina né della Russia. E ovviamente nessuno potrà pensare di sbandierare una vittoria al proprio popolo ferito e sofferente».
In Israele è iniziato lo sciopero nazionale contro il governo. È il primo dall’invasione della Striscia di Gaza e chiede a Netanyahu di agevolare un accordo con Hamas: nel fine settimana c’erano state grosse proteste. Ma in Cisgiordania si combatte porta a porta. «Potrebbe sembrare un allargamento della guerra di Gaza: un nuovo fronte aperto dalle operazioni israeliane in Cisgiordania, conseguenza degli scontri nella striscia, dopo il Libano, l’Iran e gli Houtih dello Yemen», segnala il Sole 24 ore. «Un metodo Gaza effettivamente c’è», denuncia Ugo Tramballi che da Gerusalemme vede e interpreta.