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Questo Israele inaccettabile ma in Europa vincono le convenienze

Due carri armati dell’Idf hanno fatto irruzione in una postazione Unifil: “Quindici feriti”. Meloni dura: “Contro i caschi blu attacchi inaccettabili”. Ma il ministro degli esteri di Israele dichiara il segretario generale Onu ‘persona non gradita’. Contro la gave offesa la protesta di 115 Paesi della Nazioni Unite. Contrari, Stati Uniti, Regno Unito, e seguito.

Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, la strage continua: 680 morti in otto mesi. Mattarella: “Serve impegno corale”

In otto mesi 680 morti, +3,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. La strage di lavoratori continua e, nella 74esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, il capo dello Stato Sergio Mattarella in un messaggio inviato all’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro ribadisce che la sicurezza “è una priorità permanente per la Repubblica” e “oltre che una prescrizione costituzionale è anzitutto una questione di dignità umana“.

Cortei, blocchi e azioni contro il «Ddl Ungheria»: «Fermiamo il governo»

Movimenti Adesioni da tutt’Italia alla giornata di mobilitazioni territoriali La campagna intreccia vertenze e lotte. Verso il corteo nazionale

Caschi Blu bersaglio, storia di aggressioni prima di Unifil

La storia delle missioni Onu comincia poco dopo la costituzione dell’organizzazione: compiti limitati all’interposizione tra le parti per ‘osservare’ l’applicazione di armistizi e accordi. Soprattutto interventi in Asia e Africa nei conflitti della decolonizzazione. Ma da subito non mancarono gravi atti di ostilità e vere e proprie aggressioni. La successiva rottura dell’equilibrio bipolare ha fatto crescere missioni e compiti, assieme ai dubbi sull’efficacia delle stesse missioni, mentre si sono complicati il quadro internazionale generale e i singoli contesti locali. Gli episodi salienti.

Libano: Hezbollah si è riorganizzato e punta a guerra di logoramento con Israele

La catena di comando di Hezbollah si è interrotta  dopo l’assassinio a Beirut, compiuto da Israele, del suo leader Hassan Nasrallah, il 27 settembre. Poi il movimento sciita ha cominciato ad allestire una nuova “sala operativa” e ora si sta preparando per una lunga guerra di logoramento nel Libano meridionale contro le truppe di occupazione israeliane

Che Medio Oriente vuole lo Stato ebraico super armato Usa?

Israele spara ancora sulla missione Onu in Libano. Usa ed Europa costretti a indignarsi, qualcuno per finta, fa intuire Fulvio Scaglione. Biden patetico: ‘vorrei la smettessero’. Ma Netanyahu va avanti: ‘I caschi blu se ne vadano’: Alberto Negri è convinto che anche in questo Israele a trazione elettorale Usa l’avrà vinta in spregio all’impotente Ue alla Von der Leyen.

La grande paralisi dell’Ue: così l’Europa si è autocongelata nel 2024

Mentre il mondo corre, Bruxelles si ferma: l'Ue paralizzata dalla burocrazia e dall'attesa delle elezioni tedesche rischia l'irrilevanza.

La variante Draghi

Circa tre settimane fa è stato pubblicato l’atteso Rapporto sul futuro della competitività europea, ad opera dell’ex Presidente di: Banca d’Italia, Banca Centrale Europea, del Consiglio italiano, Mario Draghi. Presentato da molti come un faro di luce che illumina con lungimiranza il tetro destino di un’Europa bloccata tra le pastoie dei suoi conflitti interni e di un’irragionevole austerità, il rapporto Draghi ci offre spunti molto interessanti per comprendere gli scenari che il capitalismo europeo si trova ad affrontare.

L’agonia di Stellantis: tutte le fabbriche ferme o al minimo. “Nel 2024 non produrremo più di 300mila auto”. Mai così poche dal 1957

Sarà un mese da dimenticare, segnato da impianti chiusi o che viaggeranno con il motore al minimo e solo per una manciata di giorni. Un periodo così nero non si era mai visto e riporterà l’Italia indietro di oltre sessant’anni, dritta al 1957, quando si produssero un numero di auto simili alle previsioni del 2024. Trecentomila o giù di lì, mai così poche da allora. Solo che quello fu un anno magico per la Fiat, con il lancio della prima 500.

Le parole di Assange sono aria fresca: i guai di una stampa asservita sono sotto gli occhi di tutti

Mentre sentiamo il rumore dei cingolati che entrano in Libano, mentre migliaia di persone in quella parte del mondo stanno piangendo i loro cari finiti sotto i bombardamenti israeliani, mentre Bibi Netanyahu rimonta nei sondaggi grazie ad una stampa internazionale che quando lo critica gli fa una carezza, mentre prosegue un assurdo conflitto nel cuore dell’Europa alimentato dalla propaganda bellicista delle maggiori testate occidentali, suonano come aria fresca e pulita le parole di Julian Assange al suo primo ritorno pubblico.

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