Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, la strage continua: 680 morti in otto mesi. Mattarella: “Serve impegno corale”
In otto mesi 680 morti, +3,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. La strage di lavoratori continua e, nella 74esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, il capo dello Stato Sergio Mattarella in un messaggio inviato all’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro ribadisce che la sicurezza “è una priorità permanente per la Repubblica” e “oltre che una prescrizione costituzionale è anzitutto una questione di dignità umana“.
Israele spara ancora sulla missione Onu in Libano. Usa ed Europa costretti a indignarsi, qualcuno per finta, fa intuire Fulvio Scaglione. Biden patetico: ‘vorrei la smettessero’. Ma Netanyahu va avanti: ‘I caschi blu se ne vadano’: Alberto Negri è convinto che anche in questo Israele a trazione elettorale Usa l’avrà vinta in spregio all’impotente Ue alla Von der Leyen.
Circa tre settimane fa è stato pubblicato l’atteso Rapporto sul futuro della competitività europea, ad opera dell’ex Presidente di: Banca d’Italia, Banca Centrale Europea, del Consiglio italiano, Mario Draghi. Presentato da molti come un faro di luce che illumina con lungimiranza il tetro destino di un’Europa bloccata tra le pastoie dei suoi conflitti interni e di un’irragionevole austerità, il rapporto Draghi ci offre spunti molto interessanti per comprendere gli scenari che il capitalismo europeo si trova ad affrontare.
L’agonia di Stellantis: tutte le fabbriche ferme o al minimo. “Nel 2024 non produrremo più di 300mila auto”. Mai così poche dal 1957
Sarà un mese da dimenticare, segnato da impianti chiusi o che viaggeranno con il motore al minimo e solo per una manciata di giorni. Un periodo così nero non si era mai visto e riporterà l’Italia indietro di oltre sessant’anni, dritta al 1957, quando si produssero un numero di auto simili alle previsioni del 2024. Trecentomila o giù di lì, mai così poche da allora. Solo che quello fu un anno magico per la Fiat, con il lancio della prima 500.
Mentre sentiamo il rumore dei cingolati che entrano in Libano, mentre migliaia di persone in quella parte del mondo stanno piangendo i loro cari finiti sotto i bombardamenti israeliani, mentre Bibi Netanyahu rimonta nei sondaggi grazie ad una stampa internazionale che quando lo critica gli fa una carezza, mentre prosegue un assurdo conflitto nel cuore dell’Europa alimentato dalla propaganda bellicista delle maggiori testate occidentali, suonano come aria fresca e pulita le parole di Julian Assange al suo primo ritorno pubblico.