Le cose in Ucraina vanno di male in peggio. E la BBC, il prestigioso network televisivo britannico cerca di capire il perché, andando a fare giornalismo d’inchiesta ‘al fronte’. Spedisce i suoi corrispondenti in prima linea, sotto il fuoco incrociato dei cecchini e li fa parlare con ufficiali e soldati. Giornalismo d’assalto, che non ha nulla a che vedere con le rimasticate notizia d’agenzia o con i bollettini di comodo, che molti giornali ci propongono tutte le mattine.
Al Nord le risorse idriche non mancano, disastro al Sud. Dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio Anbi (Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) sulle risorse idriche, emerge che anche nel 2024 l’Italia continua ad essere spaccata tra un Settentrione ricchissimo d’acqua ed un Meridione alle prese con una delle peggiori crisi idriche del quindicennio.
Palestina, Ucraina e Giorno della Vittoria. Angelo d'Orsi: "Non impariamo mai le lezioni della storia"
"NON IMPARIAMO MAI LE LEZIONI DELLA STORIA. Lo afferma il prof. Angelo d'Orsi nella sua intervista video a l'AntiDiplomatico.
"Il fatto che il 9 maggio, la Germania - che si sta trasformando in uno stato canaglia, abbia richiamato il proprio ambasciatore a Mosca è di una gravità enorme. La testimonianza che costoro stanno giocando a lanciare fiammiferi nella prateria. Ma basta uno solo per incendiare tutta la prateria..."
Mentre si accelera l'iter per il Ddl Calderoli sull'autonomia differenziata, il racconto che vorrebbe disegnare le Regioni vicine ai cittadini non è che pura strumentale finzione, laddove i soggetti realmente vicini alla politica delegata a guidare un territorio sono le lobbies economiche che in quel territorio pascolano
Donbass, dieci anni fa il referendum che spaccò in due l’Ucraina: fu l’inizio della guerra civile che tutta l’Europa non ha voluto vedere
Dieci anni sono volati come il colpo di un cannone. Il Donbass forse rappresenta meglio il peccato originale di un’Europa che non ha voluto ascoltare e capire che quel manipolo di uomini e donne disorganizzati con in braccio il kalashnikov, erano più di una pedina usata dal governo di Mosca per destabilizzare l’Ucraina dopo il referendum non riconosciuto della Crimea.