L’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato la bozza di risoluzione presentata dalla Giordania a nome degli Stati arabi che si concentra sulla tregua a Gaza, garantendo l’ingresso degli aiuti e impedendo il trasferimento forzato della popolazione civile. Il testo, che non ha valore vincolante, ha ottenuto 120 voti a favore, 14 contrari (tra cui gli Usa e Israele) e 45 astenuti (tra cui l’Italia).
Per il primo ministro Netanyahu, la guerra contro Hamas costituisce «una lotta per l’esistenza dello Stato ebraico», e la violenza della rappresaglia su Gaza l’esibizione della forza di Tsahal dopo l’umiliazione del 7 ottobre. Salvare Israele e la credibilità della sua forza militare, o cercare di nascondere il fallimento di una politica pluri decennale di prevaricazione anti palestinese dissennata e irresponsabile?
Secondo il Lazar Institute, l’80% degli israeliani, compreso il 69% che ha votato per il Likud, ritiene che Netanyahu sia il colpevole per l’attacco subito da Hamas.
Alcuni spunti di riflessione disordinati
Nessuno sostiene di voler allargare il conflitto in Medio Oriente ma molti lo istigano. Bombardamenti statunitensi in Siria, scontri a fuoco tra Israele ed Hezbollah. Mentre Netanyahu, dopo una pioggia di bombe senza precedenti, dà il via libera ai tank nelle strade di Gaza. Isolata dal resto del mondo, la Striscia lasciata sola dalla comunità internazionale alla vendetta di Israele.
È un periodo davvero difficile. Difficile informarsi, essere certi di ottenere una informazione corretta. Difficile reggere il peso di realtà così dolorose, complesse, complicate… La pandemia, l'invasione russa dell'Ucraina e ora l’orrore dell'attacco terroristico di Hamas che ha fatto strage di civili israeliani, molti dei quali impegnati per la pace e per i diritti dei palestinesi, ha preso in ostaggio donne, anziani, bambini. Hamas si è reso colpevole di uccisioni brutali, inumane, efferate.
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