Israele sorvegliava magistrati e funzionari della Corte penale internazionale e operatori palestinesi per i diritti umani da quasi un decennio per ostacolare l’indagine della Cpi sui presunti crimini di guerra di Tel Aviv. Lo rivela un’inchiesta giornalistica congiunta di ‘+972 Magazine’, ‘Local Call’ israeliani e del britannico The Guardian.
Sotto sorveglianza israeliana l’attuale procuratore capo della corte, Karim Khan, la sua predecessora Fatou Bensouda e dozzine di altri funzionari della Cpi e dell’Onu. Ma ancora ieri le minacce per evitare la richiesta di arresto per crimini di guerra.
Ogni 28 maggio Mario Margotti esce di casa presto per arrivare in via Beccaria, a Brescia, e salire i 54 gradini che lo portano all’orologio astrario di piazza della Loggia, in cima ai portici. Quando scoccano le 10:12 è lui che, da dieci anni, fa suonare la campana che sovrasta la piazza scandendo otto rintocchi: uno per ogni persona uccisa dalla bomba che cinquant’anni fa esplose a quell’ora venti metri più sotto, in un cestino dei rifiuti. Altre 102 persone rimasero ferite.
“sono stati colpiti i rifugi di fortuna che ospitano sfollati palestinesi - denuncia ActionAid - , luoghi che dovrebbero essere sicuri per i civili, e che invece sono diventati bersagli di una violenza brutale. Bambini, donne e uomini sono stati bruciati vivi sotto le loro tende"
Rispondere con il sangue dei bambini massacrando profughi è terrorismo.