I giovani cantano, colorati e belli, le loro parole di lotta. Le nostre, direi. Visto che loro guardano al futuro di tutti noi. Anche di quelli che vivono l’incantesimo del conformismo senza dubbi, nel divertimento ipnotico e senza memoria. Anche di quelli a cui va molto meno di cantare, per disillusione, per età, per le tante sconfitte della vita, per la fatica di spalancare il cuore alla meraviglia.
Il 50° anniversario della fine della guerra del Vietnam. Il 30 aprile 1975 la caduta di Saigon capitale Sud vietnamita in mano americana, la fuga degli occupanti e la fine della guerra. Il primo maggio il Vietnam unificato inizia la sua avventura sotto la guida comunista di Ho Chi min e oggi commercia con gli Stati Uniti, salvo dazi di Trump.
«Mala tempora currunt». Forse Trump non sa il latino, ma la traduzione gli arriva dal Dipartimento per il Commercio, che ieri ha comunicato come il Prodotto interno lordo americano sia andato sotto zero. Per l’esattezza -0,3%. Se pensate che l’ultimo trimestre di Joe Biden fu di + 2,4%, allora vi renderete conto del perché sia già scoppiato un putiferio.