L’Arabia Saudita sta guidando gli sforzi arabi per sviluppare un piano per il futuro di Gaza, al fine di contrastare l’ambizione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di creare una Riviera del Medio Oriente svuotata dei suoi abitanti palestinesi.
Le bozze di idee saranno discusse in una riunione che si terrà a Riyadh questo mese tra Paesi come Arabia Saudita, Egitto, Giordania ed Emirati Arabi Uniti. Le proposte potrebbero riguardare un fondo di ricostruzione guidato dal Golfo e un accordo per mettere da parte Hamas.
“L'unica pace è la vittoria di Kiev”; l'importante è “non umiliare i futuri sconfitti”, in riferimento alla Russia, anche se i termini più in voga riguardo a Mosca sono sempre stati «punire»» e «costringere»; e via di questo passo. Quante ne hanno dette e quanto a lungo le hanno ripetute.
L’annessione della Cisgiordania a Israele è cominciata. E il punto di partenza sono i siti archeologici palestinesi. È stato evidente ieri al Dan Hotel di Gerusalemme dove, nell’ambito della conferenza «Archeology and Site Conservation of Judea e Samaria», archeologi, docenti universitari, studiosi israeliani e stranieri e funzionari dell’Autorità israeliana per le antichità, si sono affannati, e lo stesso faranno oggi, a spiegare e raccontare millenni di patrimonio storico e archeologico di questa terra.
Ci sarebbe una mozione di sfiducia delle opposizioni che si discuterà martedì 25 febbraio. Ci sarebbe la Corte penale internazionale che incombe con le sue richieste di spiegazioni. E ci sarebbero pure i magistrati che il giovedì 27 febbraio sciopereranno con la riforma che porta il suo nome. Ma Carlo Nordio non pare particolarmente impensierito da queste cose. È in Turchia il Guardasigilli, e parla di tutt’altro.