DOMENICA MATTINA, aggiornamento – Hamas abbatte le barriere al confine di Gaza e penetra in Israele. Che risponde bombardando la Striscia: 300 morti israeliani, e altrettanti palestinesi negli attacchi aerei di risposta, sulla base di valutazioni ancora confuse. Scontri in Cisgiordania e a Gerusalemme, i coloni aprono il fuoco. Medio Oriente sull’orlo del baratro. Stupore israeliano di fronte all’enorme numero di vittime fra soldati e civili, oltre agli ostaggi a Gaza: come è possibile essere stati presi così alla sprovvista?
C’è un aggressore e un aggredito .
Il popolo palestinese subisce da decenni l’occupazione illegale dei suoi territori. Gaza è una prigione a cielo aperto. Negli ultimi mesi i palestinesi sono stati vittime di uccisioni, raid, deportazioni dalle loro case Senza che si alzasse una parola di condanna da parte dei sepolcri imbiancati che ora condannano gli attacchi di Hamas.
Noi condanniamo tutti gli attacchi contro i civili. Che siano da parte di Hamas o del governo Israeliano. Ma esiste un aggressore, Israele, e un aggredito, il popolo palestinese.
La strategia degli Stati Uniti disegnata da Limes. La mappa illustra gli imperativi americani su scala planetaria. «Il proprio intorno geografico, la Fortezza Nordamerica, nucleo geopolitico dell’emisfero occidentale».
«Di conseguenza -scrive Limes- deve impedire che dall’altro lato dei due oceani, in Eurasia, si formino una o più potenze capaci di contestarle il primato globale».
A Granada Zelensky chiede nuove forniture di armi ma l’Europa frena. E dopo il ribaltone al Congresso Usa sugli aiuti, il grande freddo contagia anche l’Italia. Controffensiva lenta, recessione e arsenali vuoti: l’appoggio italiano non è più scontato. Meloni: il nostro impegno non è illimitato. Germania rimanda l’invio di missili a Kiev, già preoccupata dai dubbi statunitensi. Mentre la destra tutta Nato, in vigilia elettorale ci ripensa
Sul territorio l’impatto della destrutturazione delle tutele del lavoro è devastante. I tantissimi che piombano nei vortici della povertà non riescono più a guardare al futuro con senso di fiducia. Per questo motivo l'introduzione del salario minimo è fondamentale per contrastare la crisi della democrazia