Si deve anche all’impegno del Freedom Theatre se un bambino del campo profughi di Jenin può, qualche volta, ancora ridere, correre, giocare.
Può ancora sentirsi, almeno per un momento, soltanto un bambino, nonostante gli ultimi tre o quattro anni siano stati segnati da incursioni militari continue, da spari nella notte, da fughe e distruzioni. E ora, per molti, anche dallo sfollamento e dalla perdita della casa.