In Gran Bretagna sono tutti d’accordo: a vincere le elezioni di oggi sarà certamente il Labour Party, con una sconfitta clamorosa del partito conservatore logorato da Brexit e 14 anni di mal governo. Vittoria effimera se tutto slitta a destra, segnala molta stampa. Ma la vera incognita è quanti voti riuscirà a prendere il Reform Uk, cioè il partito di estrema destra, potenziale forza destabilizzatrice nel sempre meno Unito Regno di re Carlo III.
Scatta la diga contro Le Pen, ondata di ritiri. Non era mai accaduto prima: 306 seggi da assegnare dopo un secondo turno a tre candidati che, alla fine, si sono ridotti a poco più di un centinaio, in seguito alle «desistenze» per contrastare l’elezione di deputati d’estrema destra. La paura rianima il «fronte repubblicano». Sono soprattutto i candidati della sinistra che rinunciano al secondo turno contro i candidati ‘Le Pen’, ma anche tanti centristi, con più coraggio e coerenze democratica di Macron.
STRAGE INFINITA. Un geometra di una ditta in appalto schiacciato da un macchinario mentre stava lavorando sulla Milano-Domodossola. Il sindacato terrà il 5 luglio la sua assemblea nazionale sulle manutenzioni ferroviarie a Vercelli
Ancora un morto sui binari, a meno di cento chilometri e a meno di un anno dalla strage di Brandizzo.
Visita a sorpresa nella capitale ucraina del leader ungherese Orban, il giorno dopo aver assunto il ruolo di presidente di turno dell’Unione, a rompere un vecchio e sempre più incerto tabù europeo. «Un cessate il fuoco immediato per accelerare i negoziati di pace con la Russia». Basta precondizioni, la sostanza, invocando ciò che nessun altro partner europeo aveva chiesto finora al leader ucraino. ‘Men che meno in casa sua’ osserva Stefano Intreccialagli, dell’ANSA.
Risposta risentita del leader ucraino: ‘Serve una pace giusta’. Mentre gli Usa annunciano: ‘Altri 2,3 miliardi di aiuti militari’
Il 4 luglio l’UE parte alla guerra dei dazi. Nel mirino i tre principali produttori cinesi di auto elettriche (Byd, Geely e Saic) con misure punitive che vanno dal 17% al 38%. In gergo si chiama ‘de-risk’, riduzione del rischio da forze rivali, politiche, economiche o militari che siano. Ovviamente sapendo che il colpito -e in questo caso ‘che bersaglio’-, non starà fermo a subire senza risposta.