Ogni 25 settembre dovrebbe essere il giorno in cui lo Stato si guarda allo specchio
Venti anni dopo, la memoria di Federico Aldrovandi è un dolore che si rinnova e una cartina tornasole dell’Italia che abbiamo deciso di diventare. Un ragazzo di diciotto anni, nato il 17 luglio 1987, disarmato, incensurato, lasciato morire sull’asfalto, con i polsi ammanettati e il volto tumefatto, mentre quattro agenti lo “bastonavano di brutto”. Così, senza vergogna, dissero via radio.

