Un giorno di memoria e un anno di rimozione: sulle vittime di mafia ieri c’era la memoria. Oggi c’è la convenienza.
Quindi bastava questo, riesumare la pura e semplice legge del più forte militarmente ed economicamente. Adeguarsi ai codici feroci della sopraffazione del grande sul piccolo, dell’armato sul disarmato, del ricco sul povero, del cattivo sul buono, del killer sulla vittima. Bastava accettare la crudeltà di sempre. Seppellire etica, idee, filosofia, amore e cura per il futuro, giustizia sociale e solidarietà nella pattumiera della storia, facendo rivivere i bei tempi in cui schiavismo, sfruttamento, disinteresse nei confronti delle morti innocenti, menefreghismo per la distruzione del mondo in cui viviamo, saccheggio di risorse di pochi ai danni dei molti erano la regola.
In un’economia di guerra le prime spese ad essere tagliate sono quelle per la cura delle persone gravemente malate, e prive di un significativo potere contrattuale in ambito elettorale. Poi, la scure colpirà i servizi destinati all’intera popolazione. Ma allora sarà troppo tardi per ribellarsi. È necessario reagire ora! |
“Le forze politiche le quali sostengono che la difesa dell’Europa va cercata nella formazione di un terzo blocco militare si mettono in una posizione senza via di uscita.
E non solo perché l’Europa, in questo modo, non eserciterebbe quella funzione di equilibrio e di moderazione che può e deve avere e che le è richiesta dal mondo progressivo extraeuropeo.
Venerdì, per il terzo giorno consecutivo, sono continuate le grosse proteste in tutta la Turchia contro l’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, considerato il principale oppositore politico del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che governa ormai da anni in maniera sempre più autoritaria.
Nel momento in cui un pezzo d’Europa, Parigi, Berlino e Londra, finalmente si indigna per il numero di vittime tra i civili da quando Israele ha violato la tregua, tra Israele e Stati Uniti, Netanyahu e Trump -utile precisarlo-, si sta discutendo su quando risolvere la ‘pratica nucleare iraniana’. Sul come, vince il sospetto del bombardamento israeliano dei siti nucleari iraniani.
Un j'accuse del noto editorialista di Haaretz che certo non può essere limitato a Israele... Gideon Levy verga un j’accuse di fuoco sulle pagine di Haaretz, stavolta non solo contro gli orrori che Israele sparge a piene mani a Gaza, ma anche contro i media israeliani che censurano quanto sta accadendo. Una censura dilagata anche in altre latitudini, anche se declinata diversamente.
Consiglio europeo alle armi ma senza soldi. La paura del debito frena i governi ma resta ancora maggioritaria la voglia di una economia di guerra. La favola degli 800 miliardi di euro in armamenti, 150 di prestiti da finanziare con «eurobond», e il resto, ogni paese di tasca sua. Troppe tasche e teste vuote. Fine del rigore finanziario per le spese sulla difesa fino all’1,5 % del Pil. Mentre la BCE parla di ‘Euro digitale’!