Quando ero bambino, i miei genitori mi portarono a visitare l’aeroporto militare di Cameri, in provincia di Novara. Era un 4 novembre, allora Festa Nazionale che celebrava la vittoria nella Prima Guerra Mondiale. Un grande giorno di emozione e di festa, poiché mio nonno, ex artigliere e cavaliere di Vittorio Veneto, mi incantava con le sue avventure di guerra, che riecheggiavano le eroiche avventure degli eroi dei libri di Salgari: coraggio, , onore, spirito di corpo, la Patria… “Il Piave mormorava, non passa lo straniero: Zum, zum!”.
“Onorevole Presidente Meloni, a nome delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati che rappresentiamo, Le chiediamo di fare ogni sforzo politico e diplomatico affinché si raggiunga il cessate il fuoco e sia garantita l'assistenza umanitaria alla popolazione palestinese di Gaza, ristabilendo l'agibilità delle agenzie preposte del sistema Onu e delle Ong umanitarie”.
Quella in Ucraina è già una guerra mondiale. Non appena si sono mossi Trump e Putin per vertice dai mille risvolti si è svegliata pure la Cina. Ieri lunga telefonata tra il leader del Cremlino e il Presidente Xi Jinping per fare il punto delle relazioni tra i due Paesi. Ma soprattutto per raccordarsi in vista del faccia a faccia con Trump fissato per il 15 agosto in Alaska.
Europa e Ucraina cercano di inserirsi nel dialogo Trump-Putin. La controproposta: “Cessate il fuoco prima di qualsiasi azione”
I Paesi europei tentano di ritagliarsi un ruolo nel dialogo Washington-Mosca. "Il futuro dell’Ucraina non può essere deciso senza gli ucraini" dice Macron dopo aver parlato con Zelensky, Starmer e Merz. L'incontro nella campagna inglese (a cui ha partecipato anche l'Italia)
Se il mondo rimane in silenzio di fronte a questa scelta scellerata, si avvalerà un precedente pericolosissimo in base al quale la pulizia etnica diventa una strategia geopolitica utilizzabile dalle nazioni più potenti nei confronti di quelle più deboli

