Politici, sindacalisti, semplici cittadini protestano contro il progetto della grande opera. Partecipazione raddoppiata dopo l'annuncio dei primi lavori in autunno
Se il mondo rimane in silenzio di fronte a questa scelta scellerata, si avvalerà un precedente pericolosissimo in base al quale la pulizia etnica diventa una strategia geopolitica utilizzabile dalle nazioni più potenti nei confronti di quelle più deboli
I leader del mondo non vogliono fermare l’invasione della plastica: negoziati verso il fallimento, tra lo stop Usa e 200 lobby al tavolo
Irremovibili i Paesi, tra cui gli Stati Uniti, che non vogliono imporre limiti alla produzione, mentre la posizione dell'Ue è indebolita dalla questione dei dazi. Così i tre anni di trattative tra 184 Paesi (inquinate da decine di rappresentanti del settore) potrebbe finire in un enorme flop
1.400 funzionari che lavorano nelle istituzioni Ue rompono il silenzio e scrivono alla Commissione: in gioco la credibilità dell’Europa. E la vicepresidente Ribera per la prima volta pronuncia la parola chiave pur cercando di limitarne il peso: «A Gaza molto vicini al genocidio». Qualcosa, in attesa di sentire la denuncia del genocidio in corso dalla presidente Von der Leyen.
Questa settimana, il ministro Salvini, premiato quale miglior amico dello Stato terrorista e genocida di Israele, con le mani sporche di sangue che hanno stretto quelle di Netanyahu, nonché intestatario della proposta di considerare le manifestazioni per la Palestina come reato, ha annunciato tronfio in conferenza stampa il placet per la realizzazione del famigerato ponte sullo stretto.

