Nei momenti di difficoltà, è sempre bello sapere di poter contare sugli amici. Deve avere pensato questo la presidente del Consiglio Meloni quando ha partecipato all’assemblea nazionale di Confindustria lo scorso 27 maggio.
Sir Keir Starmer, il Primo ministro del Regno Unito straparla. Con un Paese che arranca sommerso dai debiti e con servizi pubblici che collassano, avvisa i suoi compatrioti «che bisogna prepararsi alla guerra mondiale». La geniale percezione, gli è venuta visitando un cantiere navale a Glasgow, dove ha affermato «che il Regno Unito deve modernizzare rapidamente le sue forze armate, per scoraggiare i conflitti, perché non si può ignorare la minaccia rappresentata dalla Russia».
Israele spara sulla folla a Rafah, 27 morti e 90 feriti. L’esercito israeliano sostiene come sempre di aver sparato a dei ‘sospetti’, «vicini ad un sito di distribuzione di aiuti, vicino Rafah». Domenica altra strage ad un centro di distribuzione di aiuti alimentari. «Dettagli in fase di accertamento» da parte dell’esercito israeliano, che annuncia la morte di tre suoi soldati. Ma lo scenario complessivo nell’analisi di Eric Salerno è pure peggiore.
I cittadini possono scegliere di non votare, chi governa no.
Giorgia Meloni gioca d’azzardo anche col voto. Di fronte al referendum sulla cittadinanza dell’8 e 9 giugno, mette in scena l’ennesima furbizia istituzionale: «Vado a votare ma non ritiro la scheda». Un equilibrismo che tradisce la paura di un doppio tonfo: al referendum e alle amministrative.


