«Fra il giorno della ‘liberazione trumpiana’ a colpi di dazi, i miliardi di dollari bruciati dalle Borse in ogni angolo del pianeta e i salutari ripensamenti che comunque confermano la preoccupante imprevedibilità di Donald Trump, il mondo va avanti», prova a confortarci Ugo Tramballi attraverso ISPI. Che poi ammette. «La guerra di Netanyahu a Gaza e quella di Putin sull’Ucraina, continuano».
1975 – 2025: La guerra civile libanese 50 anni dopo
Alwaleed Yahia è nato nel 1987 nel campo palestinese di Yarmouk, in Siria. Suo padre era iracheno e sua madre palestinese, ma i suoi genitori si sono conosciuti in Libano. Come molti appartenenti a una generazione di arabi per i quali la causa palestinese era centrale, suo padre si unì ai fedayeen in Giordania nel 1967. Dopo la guerra civile giordana del 1970-71, nota come Settembre Nero, il padre di Yahia e i fedayeen furono espulsi in Libano.
Anche nell’Amministrazione Trump si fronteggiano ‘moderati e ‘intransigenti’, proprio come nell’Iran degli ayatollah. Una cosa che accade tutti i giorni pure dalle parti di Tel Aviv, con Netanyahu. Lo sapevamo, ma adesso lo certifica pure il New York Times, con un report in esclusiva, nel quale rivela che la Casa Bianca ha bloccato un attacco di Israele contro i siti nucleari iraniani.
È ora di produrre più farmaci in Italia per gli italiani, prima che Big Pharma sbricioli il nostro Ssn
La stragrande maggioranza dei capitali e delle aziende Usa di produzione di farmaci hanno scelto l’Italia per produrre ed esportare farmaci al 97% in tutto il mondo, a cominciare dagli Usa, lasciando scoperte come mai prima tutte la farmacie italiane
«Inaccettabile qualsiasi accordo in cui i funzionari federali indicassero cosa insegniamo, cosa ricerchiamo o chi assumiamo». La Columbia University, seguendo l’esempio di Harvard, l’ateneo al centro delle proteste pro-Gaza della scorsa primavera si è impegnato a «non permettere al governo federale di chiedere che abbandoniamo la nostra indipendenza e la nostra autonomia».