L’opposizione turca ha vinto a Istanbul e Ankara, e l’impero Erdogan traballa. Amministrative di grande portata politica. Il presidente che cercava la spallata amministrativa in vista da una ancora ipotetica riforma costituzionale per consentirgli un terzo mandato presidenziale. Ma il segnale politico contrario è chiaro. Il CHP, principale partito di centrosinistra del paese, governava già entrambe le città, e vince con ancora maggior scarto sia ad Istanbul che ad Ankara, oltre che ad Izmir (Smirne) e Bursa. La Turchia urbana dice un chiano No ad Erdogan e al suo AK Parti ‘prendi tutto’.
Pace, la voce isolata della Chiesa che la politica ignora: “Fermatevi, non possiamo abituarci alla guerra”. Gli appelli, dal Papa alle associazioni
La denuncia dello scandalo della guerra, l’ostinazione a non far perdere l’orizzonte la parola pace: la Chiesa cattolica nei giorni di Pasqua resta ancora più isolata. Intorno a lei il silenzio perfetto dei leader politici grandi e piccoli: nessuno di loro tenta una strada alternativa a quella della preparazione militare in attesa di un potenziale – e temibile – salto di qualità di quella che Papa Francesco ha chiamato “terza guerra mondiale a pezzi“.
I bambini di Gaza (e non solo) nel mirino delle armi ogni giorno, le loro urla di fame e paura nel massacro non hanno voce.
Sono meno di un danno collaterale. Sono il danno necessario perché funzioni il sistema. L’esercito israeliano non ha pietà. Gli americani ufficialmente chiedono il cessate il fuoco e altrettanto ufficialmente continuano a fornire armi su armi, anche quelle sperimentali, perché ammazzicchiare senza testimoni può avere un valore scientifico nell’evoluzione di nuovi sistemi di morte. Basta spendere un po’ di più in comunicazione e la narrazione tossica è fatta. Servono grandi dosi di obbedienza, una rete di vantaggi reciproci, il lobbismo, la suadente politica della dolce ipocrisia, per rendere la coscienza della democrazia come pattine da mettere ai piedi per non rovinare il parquet.