Le dimissioni di Victoria Nuland dal corpo diplomatico confermano il disimpegno degli USA dal conflitto ucraino? Dubbio politico, ma certo vantaggio di bon ton diplomatico di parte statunitense. Ormai storica la sintesi politica della signora quando nel 2014 l’ambasciatore americano a Kiev le esprimeva le preoccupazioni europee per i fatti del Maidan e la destabilizzazione dell’Ucraina attuata dagli Stati Uniti: «L’Unione Europea si fotta!» parlando al telefono. I russi intercettarono la conversazione e la resero pubblica.
Armamenti
L’Europa ha quasi raddoppiato le sue importazioni di armi negli ultimi dieci anni, la metà delle quali provenienti dagli Stati Uniti.
A certificarlo è il rapporto diffuso ieri dal SIPRI (Stockholm international peace research institute), l’Istitu
Secondo il World Economic Forum, nel mondo, si è chiuso solo il 22% della differenza tra uomini e donne nel campo della politica. L’Italia si posiziona al 40° posto su 146 paesi, al di sotto della media europea. Dopo le ultime elezioni nazionali, la percentuale di donne in Parlamento si è abbassata al 31%, segnando il primo calo in 20 anni
Il Centro statunitense per la tutela dei Diritti Umani ricorda che il 26 gennaio 2024 la CIG ha ordinato a Israele di “adottare misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura di servizi di base e di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza”. Tutto ciò non è avvenuto.
L’ondata di reazioni suscitata dall’uscita del presidente francese Emmanuel Macron sul possibile invio di truppe Nato in Ucraina, e lo sdegno ipocrita di chi faceva finta di non sapere che già da tempo, anche se in numero ridotto, erano operative da tempo.
Politica estera Ucraina
I piloti ucraini devono ancora iniziare l'addestramento in un centro appositamente allestito per loro nella base aerea rumena di Fetesti.
Il più ambizioso e costoso progetto delle forze armate degli Stati Uniti d’America per affrontare la tanto invocata guerra nucleare tra una decina di anni: la costruzione di dodici sottomarini a propulsione nucleare armati di missili balistici intercontinentali con testate atomiche da centinaia di kiloton. Un futuro mondiale a tinte fosche a cui darà il proprio contributo la holding regina del complesso militare-industriale italiano, Leonardo SpA, controllata per il 30% dal ministero dell’Economia e delle finanze.