Il prossimo 4 novembre si terrà a Roma la manifestazione nazionale Fuori l’Italia dalle guerre che assume ulteriore rilevanza dopo quella di sabato scorso di solidarietà con il popolo palestinese.
Troppe guerre -dopo l’Ucraina anche quella di Gaza- stanno mettendo in crisi il ‘motore armamenti’ che gira già al massimo, e che fonde e confonde la ‘difesa della democrazia’ con quella dei propri lauti guadagni. «Le guerre aumentano la domanda di armi, suscitando timori di carenza», titolava ieri il Wall Street Journal, riflettendo sul Medio Oriente.
PEGGIO DELLE STIME DELL'IPCC - Un gruppo di scienziati dell'Imperial College di Londra hanno aggiornato le stime prodotte dalle Nazioni Unite sulla quantità di CO2 che possiamo ancora emettere nell'atmosfera senza superare la soglia dei danni irrimediabili per il Pianeta
PALESTINA. Dal 7 ottobre omicidi, pestaggi, incendi ai campi, furto d’acqua: in centinaia costretti a fuggire, a favore degli insediamenti. In Cisgiordania è in corso un trasferimento forzato di massa, armato e sostenuto dal governo israeliano
Armageddon, la fine del mondo secondo il Nuovo Testamento (Apocalisse di Giovanni). È la domanda che circola nei commenti dei più importanti giornali internazionali, compreso il Corriere della Sera, che non nasce solo dalla moltiplicazione di conflitti e aree di crisi (dall’Ucraina al Medio Oriente, dall’Armenia all’Africa), «ma anche dal senso di impotenza, vuoto politico e contrapposizione ideologica in cui sembrano essere precipitati i principali attori, le leadership, le istituzioni internazionali, le diplomazie, la Ue, le Nazioni Unite», denuncia Massimo Nava.
«La narrazione ufficiale sgorga da opposti estremismi e pregiudizi storici e culturali, umilia le possibilità di dialogo, la ricerca di soluzioni, persino l’analisi dei contraccolpi che in realtà saranno pagati da tutti».